NoCargoParma

La nazione che distrugge l'ambiente distrugge sé stessa

Nell’Italia dei mille campanili tutti vogliono atterrare vicino a casa

Nell’Italia dei mille campanili tutti vogliono atterrare vicino a casa e per questo sfornano progetti a ripetizione, fanno lobbying, chiedono soldi pubblici per piccoli aeroporti che non reggono la concorrenza dei grandi scali nazionali e vivacchiano grazie a tratte secondarie scarsamente remunerative, quando non in perdita, gestite da compagnie minori e vettori low-cost. Aeroporti che sono più un costo che un beneficio per il territorio e che contribuiscono soltanto a disperdere risorse pubbliche preziose.

In questo senso l’aeroporto di Parma è emblematico: ha ricevuto oltre 70 milioni di aiuti pubblici e, malgrado ciò, ha registrato ben 77 milioni di perdite complessive nei soli ultimi 30 anni (a fronte di soli 58 milioni di ricavi) con un progressivo inesorabile calo dei passeggeri da 288 mila nel 2008 a 75 mila nel 2019, pari a un -73,9%, quando nello stesso periodo il traffico passeggeri nazionale è cresciuto del +44,3%.

Ora la Regione Emilia-Romagna approva lo stanziamento di 12 milioni dal FSC (Fondo Sviluppo e Coesione) per allungare la pista di volo e ampliare il Verdi al cargo, malgrado Parma sia esclusa, in base alle direttive del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dal piano nazionale degli aeroporti cargo.

Il Ministero ha stabilito che lo scalo cargo di riferimento nella nostra area è Brescia Montichiari, già pienamente operativo con 39 mila tonnellate di merci nel 2022. Un investimento mirato a trasformare il Verdi in cargo condannerebbe Parma a un ruolo marginale di inutile quanto insensato doppione.

Una situazione paradossale, che vede diversi enti pubblici agire senza coordinarsi fra loro, senza una prospettiva comune e in mancanza di una accurata quanto doverosa analisi costi-benefici, che è evidentemente venuta a mancare, sperperando fondi pubblici a favore delle lobby che riescono a esercitare le maggiori pressioni.

A dimostrazione che l’allungamento della pista del Verdi serve solo al cargo, basti sapere che lo scalo di Firenze fa volare 3 milioni di passeggeri all’anno con una pista di volo 564 metri più corta e 15 metri più stretta di quella di Parma, il Verdi non arriva a 200 mila passeggeri.