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La nazione che distrugge l'ambiente distrugge sé stessa

Luca Mercalli: “Investire sull’aeroporto di Parma è stupido e pericoloso”. La politica ascolti la Scienza, oggi è assurdo investire sul trasporto aereo perché è il mezzo più inquinante del mondo

Mercalli, qual è la sua posizione nel dibattito sull’ampliamento dell’aeroporto Verdi di Parma?

Ho già preso posizione contraria su questo. Non solo è stupido sul piano dei dati, ma è anche pericoloso. A mio giudizio l’aeroporto non va ampliato. In questo momento storico l’allungamento della pista è completamente al di fuori degli obiettivi di sostenibilità ambientale, per due motivi.

Il primo: sappiamo che il traffico aereo è tra i principali emettitori di CO2 nel settore dei trasporti, perché gli aerei vanno a cherosene e producono gas serra. Costituiscono la modalità più inquinante per trasportare merci e persone. Quindi non dobbiamo di certo promuovere o incrementare il trasporto aereo, semmai dovremmo fare il possibile per ridurlo trasformandolo, per esempio, in trasporto navale o ferroviario o con mezzi elettrici.

Il secondo motivo è il consumo di suolo: in Italia siamo in una situazione drammatica a riguardo, in particolare nella pianura Padana dove abbiamo i suoli migliori del mondo per l’agricoltura. Sacrificare altro suolo per un aeroporto è completamente al di fuori della sostenibilità ambientale, come per altro afferma il rapporto sul consumo del suolo dell’Ente nazionale ISPRA.

Questi sono i due punti fermi che mi portano a unirmi alla protesta contro i cargo a Parma.

La sua contrarietà è anche all’investimento per lo sviluppo passeggeri dello scalo di Parma?

Certo, anche i passeggeri, perché il trasporto aereo consuma cherosene allo stesso modo sia che trasporti merci o passeggeri. Valgono le medesime considerazioni: dobbiamo viaggiare meno in aereo, non di più.

Oggi, tra l’altro, per le persone c’è anche il telelavoro che permette di ridurre il numero dei viaggi fisici. Io, per esempio, non prendo più l’aereo da sei anni: per lavoro sono riuscito a sostituirlo con le teleconferenze che mi consentono di incontrare virtualmente tutti i miei colleghi nel mondo, e per turismo cerco di scegliere destinazioni raggiungibili senza voli. Poi è chiaro che ci sono persone devono andare a svolgere un’attività lavorativa che richiede la presenza fisica. Torno a dire, il problema è ridurre, non incentivare.