NoCargoParma

La nazione che distrugge l'ambiente distrugge sé stessa

Il SI al cargo della giunta Guerra-PD lo pagheranno a caro prezzo la città e i suoi abitanti

Le stesse parole del presidente di Sogeap hanno chiarito per sempre che i cargo ci saranno, la pista viene allungata per loro.

Come abbiamo sempre pensato, l’allungamento della pista serve per rendere più appetibile la società che ha in gestione l’aeroporto per facilitare un eventuale passaggio di mano ad altri soci–investitori. Si approva il progetto di allungamento della pista di volo e la costruzione degli hangar per il cargo per far recuperare all’attuale socio di maggioranza di Sogeap i soldi investiti in un aeroporto che registra sistematici risultati fallimentari da oltre 30 anni, ma a spese della città, dei suoi abitanti e del territorio.

In questa triste storia che segnerà per sempre il futuro della nostra città, i nostri rappresentanti eletti, con il sindaco Michele Guerra e il PD in prima linea, hanno giocato un ruolo tanto decisivo quanto opaco.

Decisivo perché un voto contrario del Consiglio comunale avrebbe condizionato pesantemente l’esito della Conferenza dei servizi: il Ministero avrebbe potuto agire d’imperio ma, dovendo dimostrare la rilevanza nazionale dell’opera, non sarebbe stata cosa semplice, visto che l’aeroporto di Parma è terzultimo nella classifica nazionale degli aeroporti.

Opaco perché il Comune si è trincerato dietro una giustificazione procedurale ancora una volta smentita dai fatti: da Guerra e dal PD è stato falsamente dichiarato che un NO avrebbe compromesso l’accesso alla Conferenza dei Servizi.

A dimostrazione che un NO era possibile: nella Conferenza dei Servizi del masterplan dell’aeroporto di Bergamo i comuni di Seriate e Orio al Serio hanno espresso parere contrario.

L’unica cosa che sarebbe stata “compromessa” con il NO del Comune sarebbe stato l’allungamento della pista di volo necessario per fare arrivare gli aerei cargo di grandi dimensioni: aerei con apertura alare fino a 65 metri (oggi fino a 35 metri) e peso al decollo fino a 350 tonnellate (oggi fino a 60 tonnellate).

Ma perché questo accanimento nell’allungare una pista che è perfettamente idonea per la funzione passeggeri? A prova di ciò, l’aeroporto di Firenze, di classe inferiore (3C) e con una pista 564 metri più corta e 15 metri più stretta dello scalo di Parma, fa volare quasi 3 milioni di passeggeri all’anno, il Verdi non arriva a 200 mila.

Ci fornisce una spiegazione la nota integrativa al bilancio 2017 di Sogeap, nella quale si specifica che il “piano strategico” prevede “una serie di importanti interventi infrastrutturali volti alla realizzazione:

  • (i) di un nuovo hub logistico, attraverso l’allungamento della pista per consentire il trasporto aereo delle merci;
  • (ii) di un terminal e hangar dedicati al ricovero di velivoli privati e di un hub dedicato ai relativi servizi di manutenzione;
  • (iii) di un nuovo terminal passeggeri.”

Sempre la nota integrativa specifica: “gli amministratori hanno deciso di realizzare nel breve termine la Fase A del progetto, rappresentata dai punti (i) e (ii) sopra descritti” … “avendo il Ministero dei Trasporti espresso il parere di non contrasto per la trasformazione dell’Aeroporto di Parma in aeroporto a vocazione cargo”.

Il masterplan di Sogeap nella sua versione integrale è supportato anche da un progetto commissionato allo Studio Di Gregorio Associati visibile nel loro sito che prevede ulteriore consumo di suolo per 325.000 metri quadri.

Posto che il Comune di Parma è socio di Sogeap, quindi è tenuto a conoscere le strategie imprenditoriali delle sue partecipate, e posto che l’attuale sindaco di Parma e il presidente del consiglio comunale (ai tempi assessore all’urbanistica) facevano parte della maggioranza al governo della città nel 2017, chiediamo perché il sindaco non abbia informato la città che il masterplan 2018-2023 rappresentava solo la prima fase dello sviluppo aeroportuale ben più ampio previsto da Sogeap?